“Perché la vita degli altri è la vita degli altri”
Questa è una storia che racconto io perché Simona non c’è più, o meglio ci sarà sempre e per sempre.
Quella sera di novembre eravamo in macchina, stavamo andando a presentare il libro “Cavoli Nostri” per cui lei aveva scritto una prefazione, raccontando la storia di Melampo, l’associazione che da 20 anni seguiva in prima persona come responsabile. Melampo ha accolto, accudito e amato centinaia di cani e gatti abbandonati, dando loro molto più che un riparo.
Mi raccontavi che all’inizio i soldi che avevate a disposizione per le crocchette non bastavano e quindi c’era un accordo con vari negozianti per ritirare anche gli scarti di cibo, spesso scarti di macelleria. Ricordo la tua espressione mentre mi parlavi di quanto erano tremendi questi scarti, erano parti anatomiche ben individuabili. Parti che avevano la stessa forma di quelle che potevamo trovare nei nostri amati cagnolini o gattini.
Fu così che ti venne voglia di approfondire e, come sempre, non hai avuto paura: hai acceso il computer e cercato dei filmati registrati nei macelli.
Io non ci sarei mai riuscita ma tu hai sempre avuto il coraggio di guardare in faccia le persone e le cose, e ai miei occhi questo è sempre stato il tuo super potere, il tuo coraggio infallibile.
Da quel video nulla è più sembrato come era prima ai tuoi occhi. Da lì il cambiamento.
Nei vari incontri che abbiamo tenuto insieme per presentare il libro che avevo scritto ti lasciavo sempre la parola molto volentieri perché fra noi due la storia importante ce l’avevi tu.
Le parole belle ce l’avevi tu. L’esperienza di vita forte e coraggiosa era la tua, molto più della mia.
E un giorno hai concluso un racconto dicendo una frase che pare ovvia e che in realtà racchiude il senso di tutto:
“La vita degli altri è la vita degli altri!”
Il rispetto nasce proprio da qui: non mi appartiene la vita di nessun altro essere se non la mia.
Simo grazie per esserci stata e perché ci sarai sempre e per sempre!
Con tanto amore
Sabri
Sabrina
Sono Roberto, lavoro come sviluppo commerciale per un’azienda che si occupa di spedizioni internazionali e sono sempre a contatto con tanta gente di tante regioni. Amo tanto la moto e viaggiare, anche perché adoro conoscere tante diverse culture.
Mi sono avvicinato alla nutrizione vegan grazie ad una carissima amica che era fidanzata con un atleta cubano campione mondiale di tae kon doo, alto 2 metri e 06 per 90 kg: un fascio di muscoli. Quando li avevo conosciuti, nel 2011, organizzavo eventi aperitivi e cene in spiaggia ad Ancona e nonostante i miei numerosi inviti loro declinavano in quanto vegani sapendo che non avrebbero trovato nulla per loro al buffet.
Ho quindi ribaltato le cose e ho chiesto loro di invitarmi a casa loro: sono rimasto cosi sorpreso, felice e appagato da quello che mi avevano preparato che mi è venuto naturale esclamare “da domani divento vegano pure io!”.
Avevo mangiato benissimo ma il mio amico atleta mi mise in allerta “Roberto non è così semplice”! e così il giorno successivo sono tornato a casa loro per preparare un pranzo vegano, e anche in quell’occasione ne sono rimasto sorpreso e soddisfatto. A quel punto il campione cubano Barbaro mi ha inviato file e libri da studiare per approfondire l’argomento. Inizialmente le cose non erano semplicissime, e avevo iniziato a comprare molti prodotti pronti dagli scaffali del supermercato. Poi invece mi sono rivolto ad un nutrizionista e mano a mano mi sono arricchito di informazioni e ricette.
Nei primi 2 anni ho dovuto rinunciare ad alcuni sapori che amavo e mi mancavano (soprattutto per quanto riguarda il pesce) e si è limitata in parte la convivialità: ho perso alcuni amici che intendevano la parola amicizia come il ritrovarsi a cena e null’altro. Per fortuna poi sono nate tante altre amicizie.
Ho sfruttato comunque un periodo della mia vita per informarmi al meglio, considerando che il mio non è stato un passaggio graduale ma repentino dalla sera alla mattina. Sono donatore di sangue da 13 anni e grazie alla nutrizione vegan e ai valori ottimali del sangue posso donare 2 volte in più rispetto alla media dei donatori.
Quindi mi sono avvicinato all’alimentazione vegan per motivi di benessere e salute, mentre in questi ultimi anni ho scoperto sempre più la questione animale, la loro salvezza e mi vesto in maniera vegan, prediligendo aziende che creano abiti, scarpe e accessori senza sfruttamento animale.
Ora l’unico rimpianto è quello di non esserci arrivato prima a questo genere di scelta, ma in questo mi confortano le parole di mio nonno che spesso mi ricordava che “ad ogni stagione corrisponde un proprio raccolto”
Il consiglio che mi sento di dare è informarsi! Quando veniamo a conoscenza di ciò che accade possiamo scegliere al meglio.
Roberto
Sono Annalisa, vivo a Bologna e lavoro per un’assicurazione.
Da piccola ogni weekend andavo nella casa di campagna dei miei, nella quale c'erano tanti animali: caprette, conigli, cani, gatti e galline. Spesso ho dovuto assistere all'uccisione del maiale (come facevano i contadini un tempo) ma anche di conigli, caprette e galline. Inoltre mio padre era cacciatore e spesso ho "dovuto" reggergli le sue prede per facilitargli la pulizia delle stesse. Io tutti questi animali non riuscivo a mangiarli perché li avevo visti in vita, ma si sa come i genitori (soprattutto un tempo) obbligassero i bambini a mangiare controvoglia quasi qualsiasi cosa. Crescendo non sono comunque mai riuscita ad apprezzare le pietanze a base di carne, anche se alcune ahimé erano diventate presenti nella mia alimentazione, forse più per abitudine. Intorno ai 30 anni ho fatto una vacanza all'estero, in un villaggio, nel quale senza rendermene conto ho mangiato della carne avariata, ma talmente coperta di spezie piccanti che non me ne sono resa conto. Morale: 2 giorni di coliche e 6 mesi al rientro in Italia nei quali la sola vista della carne mi faceva tornare i conati.
Quando sono stata meglio ho poi conosciuto alcune persone che hanno fatto della scelta vegana la loro filosofia di vita, alcuni hanno aperto una locanda ,chi un agriturismo, io stessa ho iniziato ad andare a fiere di settore, ad espandere il mio modo di cucinare e così piano piano allargando le mie vedute sono entrata a far parte di questo mondo.
La cosa curiosa è che quando pensavo ad un'alimentazione veg la immaginavo un mondo pieno di privazioni ed invece è un'incredibile fonte di ricette innovative….certo bisogna applicarsi con costanza ma io mangio meglio e nessuno soffre.
Se proprio devo trovare una nota negativa è che si modifica la vita sociale, perché in tanti sanno fare ricette che non prevedano l'uso di carne, ma quando gli altri sanno di avere a cena un vegano o vegetariano, si paralizzano e gli muore la creatività...
Annalisa
Perché sono diventata vegana? Questa è una delle domande più frequenti che ricevo e, per questo, voglio darvi la mia opinione in merito e dirvi i motivi che mi hanno spinta a fare questa scelta, e no, non sono ne estremista ne appartengo a una setta (tanto per essere chiara visto che me lo hanno chiesto!!).
Premetto che fin da piccola odiavo la carne… la sputavo e piangevo perché non volevo mangiarla per cui sono cresciuta da vegetariana tra la disperazione di mia mamma visto che non mangiavo volentieri neanche uova e latticini
Io sono diventata vegana per gli animali. Li ho sempre amati e ci sono nata in mezzo in pratica (cani, gatti, cavalli, galline, mucche, maiali ecc… tipo vecchia fattoria). Crescendo ho iniziato ad informarmi su come veniva prodotto il latte, le uova ecc…
Ho guardato documentari e mi sono resa conto delle pessime condizioni di vita e delle atrocità a cui sono costretti tutti i poveri animali da allevamento e mi sono chiesta: perché devo far soffrire una mucca mentre riempio di baci il mio cane/cavallo/gatto?
Che diritto ho io di decidere chi deve morire e chi no? Lo so, sono discorsi difficili ma io non voglio accusare nessuno. Vi invito solo a riflettere… Sentire il sapore della carne è più importante del distruggere una vita?
Anche diminuire il consumo di prodotti animali fa tanto, non solo per loro, ma anche per la vostra salute e l’ambiente.
Francesca è presente su instagram come animovegan
Francesca
La mia infanzia trascorsa negli anni 60 l ho vissuta nella campagna marchigiane, dove le case erano lontane una dall altra circa 30 minuti a piedi. In ogni casa vivevano 2 , 3, anche 4 famiglie per un numero di 15 , 20 persone . Tutti allevavano animali per poi nutrirsene o per venderli al mercato: polli , tacchini , oche , anatre a pecore , maiali , mucche da latte , vitelli.
Anche a casa mia c erano tutti questi animali , il mio compito quando tornavo da scuola era quello di accudirli tutti ed in pratica erano diventati i miei compagni di vita.
Quando arrivava il momento di ucciderli ne soffrivo tanto, ma mi veniva spiegato che quello era il loro destino ed erano al mondo perché dovevano sfamare le persone.
Quando sono cresciuto e mi sono sposato ho continuato con le tradizioni dei miei genitori . Avendo ereditato la casa in campagna ho acquistato un cavallo , un asino ed una capra . Successivamente un maiale, una mucca e delle pecore. In pratica ho voluto ricostruire la vita che avevo avuto nell infanzia. La cosa mi rendeva felice ed orgoglioso ma il problema che avevo fin da piccolo si ripresentava.
Gli animali presi da piccoli li allevavo con tutta l attenzione e la cura per farli star bene , farli vivere liberi e sereni in spazi grandissimi , ma poi una volta cresciuti arrivava sempre quel terribile giorno della loro fine. Ogni volta stavo male, mi sentivo un vigliacco ma mi ritornavano in mente le parole dei miei genitori ed allora pensavo che così doveva essere. Quando a tavola dovevo mangiare quella carne era per me più che un piacere una sofferenza ma mi dovevo convincere che quella era carne genuina di animali allevati con fieno e farine di orzo e mais da me coltivati perciò di ottima qualità.
Dopo qualche anno avevo acquistato una coppia di maialini vietnamiti , quelli neri per intenderci , e nascevano maialini nella mia fattoria. In una di queste nascite era nato un maialino più piccolo degli altri e sicuramente sarebbe morto subito. L ho preso e portato a casa . Mia figlia con il biberon e la sua pazienza giorno dopo giorno e' riuscita a crescerlo ed ad addomesticarlo (vedi foto).
In pratica viveva in casa con noi come un cagnolino , dormiva in una cesta e faceva i sui bisogni nella lettiera del gatto . La sera stava sulle braccia mentre si guardava la televisione . Una volta diventato adulto l'abbiamo riportato in campagna dove è morto di vecchiaia a 14 anni .
Il fatto che questo maialino si sia comportato come un animale domestico ha scosso un po' tutta la famiglia.
Tuttora ho una mucca marchigiana di 24 anni che avevo preso anni fa da un contadino che la stava per portare al macello perché non poteva più tenerla. Questa stupenda mucca era incinta ed è nata una vitellina in fattoria . Appena nata vedere l’amore della madre mentre se la puliva tutta con la sua lingua era da brividi. La vitellina cresceva bella e sana libera per i campi con sua madre. Quando mi vedeva cominciava a saltare e correre perché voleva giocare. Dopo un anno era diventata una bellissima vitella di 5 quintali.
I vicini contadini mi dicevano che era ormai ora di portarla al macello. Io prendevo tempo ma sempre nei ricordi di cose dette dai miei antenati un giorno mi sono deciso. Chiamo il camion per farla venire a prendere e si parte per il macello: qui c è una passerella che l’animale percorre per raggiungere la stanza della morte . Quando arriviamo la mia vitella viene scaricata e fatta passare in questo corridoio aperto. Io ero nel piazzale che la guardavo con il groppo in gola ma mi dicevo ancora ,che cavolo così doveva essere. Ad un certo punto la vitella si blocca , non vuole più procedere , gira il suo capo e mi guarda con i suoi occhioni neri ma tristi: sembrava domandarmi " Fabio dove mi hai portato? perché mi abbandoni?". Io in quell istante mi sono bloccato e non ho avuto il tempo di fermare i macellai che in pochi minuti hanno finito la vita della mia vitella . Mi sono messo a piangere nella perplessità degli altri allevatori che erano lì ad aspettare soddisfatti che anche le loro vitelle venissero uccise. Da quel giorno mi sono promesso che non avrei mangiato più nessun tipo di animale anche perché il solo pensiero mi fa venire la nausea. Sono più di 10 anni che non mangio carne , sto benissimo sia fisicamente che mentalmente. Ho due cavalli , l asino , la mucca che vivono tranquillamente e liberamente in 4 ettari di terreno e ci staranno fino a che non moriranno per cause naturali.
Fabio Pagnetti